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Perché questo blog

Noi giovani redattori dell'Istituto Catanoso- De Gasperi, ci rivolgiamo soprattutto agli studenti del nostro Istituto, ai docenti e agli altri operatori scolastici, ma anche a chiunque mostri curiosità per il mondo della scrittura. Il blog contiene i resoconti di tutte le iniziative della nostra scuola, le informazioni relative a tutte le manifestazioni a cui la scuola partecipa, le interviste alle persone che abbiamo conosciuto durante l'anno e che hanno condiviso con noi il loro tempo e la loro professionalità.  Schoolofblog. Buona lettura!

La redazione del Blog

Immagine del redattoreAlessandro Monorchio

Le storie che non fanno la storia #5 Attenti, arrivano i pirati donna!!

Aggiornamento: 11 dic




Si potrebbe pensare che le donne che andavano per mare fossero un caso raro nella storia, ma non è necessariamente così. La storia ci mostra tanti esempi in tal senso: mogli di capitani e ufficiali che accompagnavano i loro mariti per mare sui vascelli mercantili; donne che, per necessità economiche, lavoravano sulle navi travestite da mozzi; donne che lavoravano in mare insieme agli uomini nella pesca e nella caccia alle balene; ed infine, donne pirata. La maggior parte dei pirati, in realtà, avevano regole che proibivano severamente alle donne di imbarcarsi sulle loro navi, per evitare litigi o comportamenti violenti tra gli uomini. Siamo comunque a conoscenza, da leggende, racconti popolari e fatti storici di alcuni specifici casi di donne pirata. Ecco, dunque, alcune donne che hanno lasciato il segno nella lunga storia delle donne che solcavano i mari.

·      Alwilda, leggendaria donna pirata dell’odierna Svezia, decise di darsi alla pirateria per sfuggire da un matrimonio combinato con il principe ereditario Alf di Danimarca. Travestitasi da uomo, salpò con una nave insieme a una ciurma di pirati che, avendo perso di recente il loro capitano, videro in lei la figura ideale che potesse sostituirlo. Alwilda era molto brava nella pirateria e i suoi inseguimenti delle navi nel Baltico causavano un tale scompiglio che il re di Danimarca inviò delle truppe per catturarla. Per ironia, l’uomo scelto per condurre i Dani altri non era che il principe Alf. Nonostante Alwilda e i suoi pirati si fossero difesi egregiamente, Alf vinse non solo la battaglia ma anche il cuore di Alwilda. La coppia si sposò e Alwilda divenne infine regina di Danimarca.

·      Grace O’Malley nacque in Irlanda, intorno al 1530. Rimasta presto vedova e con e figli da crescere, Grace si diede alla pirateria. In battaglia, la condottiera irlandese combatteva corpo a corpo con pistole e sciabola. Di tanto in tanto salpava al servizio della regina Elisabetta, come sua corsara. Nel 1597 Grace morì, forse di vecchiaia, al castello di Rockfleet. Secondo una leggenda, Grace avrebbe sepolto un tesoro di più di nove tonnellate d’oro ma, protetto con una maledizione, non è ancora stato trovato.

·      Anne Bonny e Mary Read, entrambe amanti del grande pirata John Rackham, detto anche “Calico Jack”, si vestivano da uomo, almeno in battaglia. Sembra che riuscissero a tenere testa a tutti e, quando necessario, combattevano coraggiosamente con le pistole.

·      Maria Lindsey (conosciuta anche come Cobham) formò un’alleanza piratesca con il marito Eric. Pattugliavano le acque dell’Atlantico occidentale, all’inizio del XVIII sec. Interessati prevalentemente alle navi che trasportavano pellicce di valore, Lindsey era nota per le crudeltà che infliggeva ai marinai catturati: a volte, venivano legati in sacchi e gettati in mare; a volte, usava i prigionieri come bersagli per fare pratica di tiro con la pistola. 

·       Ching Shih, vedova del pirata Zheng Yi, guidò una flotta di navi pirata che contava più di 800 navi. Gli obbiettivi erano principalmente navi mercantili che trasportavano beni come seta, spezie e porcellane. Molti capitani di mercantili, impauriti della ferocia della flotta pirata di Ching Shih, preferivano  pagare una cospicua somma in denaro come protezione, acquistando così un lasciapassare che garantiva loro l’immunità.

 

 

 Diego Morabito

2F, Secondaria Cannavò

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