Un professore supplente di nome Marco sta per avere il suo primo giorno di scuola in una città diversa dalla sua.
Gli hanno assegnato due classi, la 2C e la 5D. In segreteria gli spiegano che la seconda è una classe molto facile da seguire, solo con qualche elemento di disturbo; invece la quinta è un po’ più difficile da gestire.
Il primo giorno Marco arriva a scuola con la macchina in riserva e per questo quando deve tornare a casa deve andare a piedi a prendere il gasolio per far partire la sua automobile, e questa cosa per lui è da sfigati e pensa che sia una brutta prima impressione.
Marco, appena entrato in 5D, nota un ragazzo che sembra adulto, tanto che lo aveva scambiato per un docente di sostegno, ma in realtà è un alunno: Gianmaria.
Dopo aver fatto l’appello inizia a fare lezione tra schiamazzi e insulti.
Finita la lezione Marco torna a casa e chiama subito la sua ragazza, Valentina, per raccontarle tutto.
Il giorno dopo Marco avrebbe dovuto incontrare la 2C. Quando entra in classe alla seconda ora vede tutti i ragazzi con la testa china a fissare i loro telefoni a "rankare", come dicevano loro, su un gioco molto conosciuto. Marco cerca di richiamare l’attenzione ma capisce subito che non c’è niente da fare: quei ragazzini sono troppi impegnati a “rankare” per ascoltarlo; però fanno un piccolissimo sforzo, che per loro era grandissimo, a segnalare la loro presenza durante l’appello. Marco inizia anche qui a spiegare ma niente da fare, sono troppo impegnati, quindi fa la lezione praticamente per sé.
Marco per iniziare questo suo percorso da insegnante si deve allontanare molto dalla sua famiglia e anche dalla sua compagna Valentina che inizialmente non ha preso molto bene la partenza di Marco ma poi col tempo, anche lei, si abitua alla distanza.
I mesi passano e l’anno volge al termine.
Gianmaria alla fine della scuola scrive una lettera a Marco ringraziandolo per tutto quello che ha fatto per lui, e per tutto l’aiuto che gli ha dato per superare gli esami della maturità.
Marco va in segreteria per dare gli ultimi saluti per poi andarsene, ma la segretaria lo ferma e gli chiede se anche l’anno prossimo lui volesse tornare in quella scuola ma ancora non sappiamo la sua risposta!
Il libro "Maledetta prima ora" di Filippo Caccamo mi è piaciuto molto perché racconta i primi giorni di scuola di un professore, cosa che i ragazzi non potrebbero capire a pieno senza qualcuno che glielo racconti. La storia è stata scritta molto accuratamente e “senza censure”.
Mi ha colpito molto anche la fine di questo libro, con quella magnifica lettera scritta da Gianmaria che dopo molti anni finalmente riesce a superare gli esami della maturità. Spero che Marco l’anno dopo ritorni in quella scuola!
Denise, 2A
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