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Perché questo blog

Noi giovani redattori dell'Istituto Catanoso- De Gasperi, ci rivolgiamo soprattutto agli studenti del nostro Istituto, ai docenti e agli altri operatori scolastici, ma anche a chiunque mostri curiosità per il mondo della scrittura. Il blog contiene i resoconti di tutte le iniziative della nostra scuola, le informazioni relative a tutte le manifestazioni a cui la scuola partecipa, le interviste alle persone che abbiamo conosciuto durante l'anno e che hanno condiviso con noi il loro tempo e la loro professionalità.  Schoolofblog. Buona lettura!

La redazione del Blog

INTERVISTA IMPOSSIBILE #7

ta. ga.

Francesca da Polenta è tra i personaggi più struggenti incontrati durante la lettura della Divina Commedia. Nel V Canto dell’Inferno, Dante Alighieri la incontra e conversa con lei nel secondo cerchio, dove si trovano i lussuriosi, quelli che in vita si sono abbandonati alla passione amorosa. La sua storia, a distanza di anni, non è molto diversa da quella di tante donne di oggi, ancora purtroppo vittime di violenza fisica o psicologica.


A che età si è sposata? È stata una sua libera scelta o un matrimonio combinato?

Francesca: ‹‹Non l’ho deciso io. A 14 anni mio padre, come era consuetudine nella mia epoca, mi ha data in sposa a Gianciotto Malatesta, detto “lo sciancato”. Lui era più grande di me, orribile di aspetto e di cuore, ma non potevo oppormi››.


Ha mai provato il vero amore?

Francesca: ‹‹Ho avuto un colpo di fulmine, ricambiato, con Paolo, il fratello di Gianciotto, ma le mie nozze erano state pianificate dalle due famiglie, i da Polenta da Ravenna e i Malatesta da Rimini, sin da quando avevo compiuto 6 anni. Un matrimonio forzato difficilmente è felice e a farne le spese è sempre la sposa››.


Com’era il suo rapporto con Gianciotto? 

Francesca: ‹‹Mio marito mi costringeva a vivere tra quattro mura, controllando anche quello che leggevo. Lui diceva che la donna ha un ruolo ben preciso: moglie, madre, amante. Ogni notte abusava di me, giustificandosi e sostenendo che era un dovere coniugale soddisfare i suoi desideri. Da questa unione sono nati due bambini, una femmina e un maschio››.


Nell’inferno che ha vissuto sulla propria pelle, ha mai intravisto uno spiraglio di luce?

Francesca: ‹‹Quasi mai. Stavo bene solo quando mio marito partiva per una battaglia, anche se mi faceva controllare dai suoi uomini. A volte riuscivo persino a fuggire››.


Che cosa aveva di speciale Paolo rispetto al fratello?

Francesca: ‹‹Letteralmente tutto. Paolo mi aspettava, ascoltava la mia solitudine e baciava le mie lacrime, consolandomi››.


Com’è scattata la scintilla tra voi due?

Francesca: ‹‹Prima delle nozze, i miei futuri suoceri mandarono a Ravenna l’altro figlio, Paolo “il Bello”, soprannominato così per il suo aspetto attraente e per le sue buone maniere.  Una delle mie damigelle lo intravide dalla fessura di una finestra e me lo riferì. Ne rimasi ammaliata, ma mi avevano imbrogliata. Io pronunciai felice il mio “sì”, senza sapere che Paolo mi stava sposando a nome e per conto del fratello Gianciotto. Quando lo capii, era troppo tardi. Piombai nella disperazione più totale. Paolo, si pentì di essersi prestato all’inganno!››.


Com’ è finito il vostro amore?

Francesca: ‹‹Il nostro è un sentimento senza fine, resiste anche nella vita ultraterrena. Un giorno, mentre io e Paolo eravamo insieme e stavamo leggendo dell’amore di Ginevra e Lancillotto, mio marito ci ha colti di sorpresa e ci ha assassinati entrambi, senza alcuna pietà. Non è stato l’amore per Paolo che mi ha uccisa: mio marito mi odiava perché non lo amavo. Ai miei tempi le donne non erano considerate persone ma appendici dell’uomo, proprietari delle loro sorti››.


Perché siete finiti nel secondo cerchio infernale e quale punizione vi è stata inflitta, secondo la legge del contrappasso?

Francesca: ‹‹Così come sulla Terra eravamo stati travolti dalla passione autentica, anche nel regno dell’Ade siamo trascinati da una incessante bufera di vento››.


Com’ è cambiata la condizione femminile dalla sua epoca fino ad oggi?

Francesca: ‹‹Le donne hanno percorso tanta strada. In molti Stati hanno conquistato quelli che da sempre avrebbero dovuto essere dei diritti inalienabili e universali, ad esempio possono votare, parlare in pubblico ed esprimere le proprie opinioni, guidare e dedicarsi alla carriera. Tutte cose per me impensabili. In passato la violenza subita dalle donne era considerata una questione privata. Negli ultimi decenni, a quanto pare, gli atti violenti e gli abusi sono stati riconosciuti come violazione di diritti umani e sono state introdotte leggi specifiche per proteggere le donne››.

Gli alunni di 2^D

 
 
 

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