INTERVISTA IMPOSSIBILE #8
- ta. ga.
- 1 giorno fa
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Aggiornamento: 7 ore fa
Nota come la “Casta Diva" dal nome di una delle più famose arie della “Norma” di Bellini che aveva interpretato, resta ancora oggi la più grande voce lirica della Storia, eppure non ha avuto un debutto facile. Oggi ripercorriamo le fasi di una vita tormentata, che dimostra come il successo non sia sempre garanzia di felicità. Abbiamo l'onore di intervistare Maria Callas!

Dove nacque? Il canto quando divenne il suo sogno da realizzare?
Maria Callas: ‹‹Sono nata al Flower Hospital di New York, il 2 dicembre 1923, da una famiglia greca. Mia madre sperava di avere un figlio maschio e invece sono nata io, Maria Cecilia Anna Sofia Kalogeropoulos. A 7 anni ho iniziato a prendere lezioni di piano, ma mia madre mi ha spinta verso il canto perché aveva intuito che potessi avere talento. Il mio sogno di diventare una cantante lirica di successo credo sia iniziato in quel preciso istante››.
Dove ha iniziato a studiare canto?
Maria Callas: ‹‹Ho iniziato a prendere lezioni in un conservatorio greco con il soprano italiano Maria Trivella››.
Quando e dove ha fatto la sua prima esperienza in pubblico?
Maria Callas: ‹‹Ho debuttato a 15 anni e mi sono esibita al circolo Parnassos di Atene, interpretando la "Cavalleria Rusticana". Dal 1939 ho cominciato a cantare l’Opera››.
Dopo le sue performance iniziali, qualcuno l’ha contattata per iniziare un nuovo lavoro?
Maria Callas: ‹‹Sì, il tenore Giovanni Zenatello mi ascoltò e rimase ammaliato dalla mia voce, così mi invitò a cantare ne “La Gioconda” all’arena di Verona, di cui era direttore artistico››.
Nel frattempo ha avuto relazioni amorose?
Maria Callas: ‹‹Conobbi un industriale 28 anni più anziano di me, Giovanni Battista Meneghini, che frequentava il mondo della lirica. Ci siamo sposati nel 1949, nella chiesa dei Filippini, ma abbiamo preferito farlo di nascosto. Io ero di religione greco - ortodossa, lui cattolico. Le autorità religiose chiusero un occhio a patto che la cerimonia si svolgesse di sera, senza benedizioni e testimoni››.
Qual è stato il momento di svolta nella sua carriera musicale?
Maria Callas: ‹‹L’ho avuta quando approdai nel Maggio Fiorentino, grazie al Maestro Francesco Siciliani. L’avvenimento più importante della mia carriera, però, è stato senza dubbio il mio esordio a La Scala nel 1951 con "i Vespri Siciliani" di Verdi. Un'altra tappa importante fu "La Traviata" con la regia di Luchino Visconti››.
Sfatiamo un mito: è vero che i cantanti lirici devono spesso subire una trasformazione fisica per cantare al meglio?
Maria Callas: ‹‹È vero, io ho dovuto perdere 30 kg››.
Ha mai avuto un idolo nel mondo dello spettacolo?
Maria Callas: ‹‹Certo, il mio punto di riferimento era un’attrice molto famosa: Audrey Hepburn››.
Come riusciva a immedesimarsi nel personaggio da interpretare quando saliva sul palco?
Maria Callas: ‹‹Anni e anni di pratica, diciamo che frequentare il Conservatorio mi ha aiutata molto. Ho imparato a unire musica e personaggio, cercando di farli combaciare. Lo spartito va letto esattamente com’è scritto, senza aggiungere e levare niente. Questa è la fase che io chiamo “camicia di forza”. Quando si distrugge completamente, si può iniziare a volare, ma per me volare significa restare attaccata alla terra perché nell’Opera tutto deve essere logico››.
Nel frattempo, oltre che in Italia, ha fatto altre esibizioni in giro per il mondo?
Maria Callas: ‹‹La mia prima esibizione fuori dall’Europa fu a Chicago con la rappresentazione di Madame Butterfly, ma diciamo che non è stato uno dei momenti più belli››.
Come mai?
Maria Callas: ‹‹Durante l’esibizione degli ufficiali giudiziari mi hanno consegnato una lettera da parte dell'impresario Bacarozzi, che sosteneva di avere un contratto con me, che fino a quel momento non era stato rispettato. La cosa più eclatante, però, fu quando mi misero le mani addosso senza il mio consenso, per rendere ufficiale la citazione. Si usava così negli Stati Uniti. Io ho urlato di non toccarmi››.
Come si risolse questa situazione difficile?
Maria Callas: ‹‹Bacarozzi decise di non assistermi più e la mia carriera passò dalle stelle alle stalle, mostrò ai giudici un fascio di lettere scritte da me che testimoniavano un affettuoso legame tra noi, in cui chiedevo se dovessi sposare Meneghini. Quest'ultimo mi difese a spada tratta, lo mise a tacere, salvando la mia reputazione››.
Dopo Chicago, quando riprese a esibirsi?
Maria Callas: ‹‹Mi recai poco dopo a Roma al Teatro dell'Opera per "La Norma" di Bellini. C’era tutta l’Italia che contava, compreso il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e la sua Signora. Dopo il primo atto, però, non riuscii a tornare sulla scena››.
Come mai questa scelta?
Maria Callas: ‹‹Il pubblico pagò molto per vedermi, mi aspettavo un’accoglienza più calorosa rispetto a quella ricevuta. Dissi che ero afona e che non riuscivo a proseguire, anche se il medico che mi visitò affermò il contrario. Scoppiò uno scandalo e fu chiamato in causa addirittura il governo per risolverlo››.
Meneghini anche in questa occasione prese le sue difese?
Maria Callas: ‹‹Sì, scrisse alcune parole per la direzione del teatro ma le hanno totalmente scartate perché preferivano parlare di cause di forza maggiore››.
Lei stava male realmente?
Maria Callas: ‹‹I medici il giorno dopo mi visitarono in albergo e mi diagnosticarono un’infiammazione alla gola. Dichiarai che avrei cantato appena guarita, ma il teatro rifiutò››.
In seguito a questa vicenda, tornò a fare spettacoli?
Maria Callas: ‹‹Si, a Milano, dove molti miei ammiratori mi aspettavano e mi risarcirono con il loro affetto, ma purtroppo anche il rapporto con La Scala si affievolì. Forse a causa di un intervento dall’alto. Ancora una volta dovevo ricominciare da capo››.
Quale momento segnò la sua rinascita artistica e umana?
Maria Callas: ‹‹Nonostante le ovazioni tutti applaudivano al mio mito e non alla mia voce. Decisi di cambiare strada. Nel 1971 feci una masterclass a New York con dei giovani e iniziai a fare concerti con Giuseppe Di Stefano. Poi seguì la mia prima apparizione nella cinematografia, con il film “Medea”, diretto da Pier Paolo Pasolini. Mi scelse perché trovava il mio volto greco, drammatico, carico di mito. Io accettai per provare un’esperienza nuova››.
Questa nuova avventura risultò benefica per la sua vita?
Maria Callas: ‹‹Assolutamente sì. Si trattò di un vero incontro di anime. Il rapporto con Pasolini si fece sempre più intenso, mi presentò sua madre, mi introdusse nel mondo degli intellettuali, cercando di smussare la mia personalità piccolo borghese. Era insieme padre, maestro e amante spirituale per me. Abbiamo intrattenuto una fitta corrispondenza epistolare, lui mi ha dedicato delle poesie e mi ha fatto dei bellissimi ritratti. Era un talentuoso disegnatore››.
É vero che quando si diventa famosi, si hanno pochi amici fidati?
Maria Callas: ‹‹In generale è tutto vero, quando diventi famoso si riducono le amicizie, soprattutto per invidia. Avevo un’amica degna della mia fiducia: Elsa Maxwell, era una giornalista in gamba. La relazione non partì con il piede giusto, ma io iniziai ad avvicinarmi a lei e le cose cambiarono››.
Qual è stato l'incontro più significativo della sua esistenza?
Maria Callas: ‹‹Quando ho conosciuto Onassis, il grande amore della mia vita. Nel 1957 arrivai alla Mostra del Cinema di Venezia con mio marito Meneghini. Elsa Maxwell mi fece conoscere un famoso magnate greco, Aristotele Onassis appunto. Aveva 20 anni più di me, ma tra noi esplose subito un amore travolgente. Capii che fino a quel giorno ero stata stretta in un matrimonio infelice e poco dopo chiesi la separazione››.
Quindi finalmente visse un amore felice?
Maria Callas: ‹‹Ho sperato con tutto il mio cuore che lo fosse … e invece eravamo entrambi sempre in giro per il mondo, lui per affari, io in tournée. Onassis mi tradì nel momento più drammatico della mia esistenza, la morte del nostro figlio segreto Omero, deceduto a pochi minuti dalla nascita. Questa tragedia credevo ci avesse avvicinato, avevamo persino pensato di sposarci. Avevo solo 36 anni e potevo ancora sognare una vita felice. Ma Onassis si rivelò un uomo spregiudicato e un incallito seduttore››.
Con chi la tradì?
Maria Callas: ‹‹Era il 1968 e i giornali riportarono la notizia del matrimonio tra Onassis e Jacqueline Kennedy. Il mio cuore si ridusse in mille pezzi. Non ho voluto rivederlo mai più, nemmeno quando ha bussato alla mia porta››.
Come riuscì a superare questo dolore?
Maria Callas: ‹‹Non ce l’ho fatta. Il tormento mi ha accompagnata fino alla fine dei miei giorni. All’inizio ho cercato di elaborare la delusione, mentendo a me stessa, dicendo che non avrei voluto avere al mio fianco l’uomo che amavo, che un uomo, come anche una donna, ha il diritto di innamorarsi di qualcun altro. Erano solo bugie che mi hanno distrutta lentamente››.
Quindi mi sta dicendo che si può morire d’amore?
Maria Callas: ‹‹A me è successo. Nel 1975 morì Onassis e iniziai a morire dentro anche io. Trascorsi la maggior parte del tempo nella mia casa di Parigi da sola e quando vagavo per strada cercavo di non farmi riconoscere››.
Francesco F, Stefani, 3^A
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