Questa volta abbiamo avuto il piacere di osservare da vicino il conquistatore delle steppe, assetato di sangue. Il suo vero nome era Temujin, ma tutti lo conoscono con il titolo di Gengis Khan, “re dell’Universo”.
Come riuscì un povero analfabeta a trasformare le bellicose tribù mongole in una potente nazione?
‹‹Nacqui con un grumo di sangue stretto in un pugno, segno del cielo che sarei diventato un grande guerriero e così fu realmente››.
Come mai è diventato un guerriero così spietato?
‹‹Da piccolo, all’incirca all’età di 9 anni, la tribù avversaria avvelenò e uccise mio padre, mi sono promesso che sarei diventato il più grande di tutti i guerrieri e avrei vendicato il suo nome. Da quel giorno non sono più stato un bambino››.
Come si chiamava sua moglie e che tipo di rapporto aveva con lei?
‹‹Mia moglie si chiamava Borte, una donna bellissima. Le pellicce di zibellino che ci diede la sua tribù valevano un centinaio di cavalli veloci››.
Ha mai ucciso una persona a lei cara?
‹‹Sì, il mio fratello di sangue Jamuka. Ho esaudito il suo ultimo desiderio, morire senza spargimento di sangue. I miei uomini gli spezzarono la schiena››.
Come mai ha deciso di attaccare la Cina? E in quanti guerrieri eravate?
‹‹Eravamo più di 50.000 mongoli e sapevo che la Cina non avrebbe tollerato un capo forte come me››.
Quale fu la reazione dell’impero cinese di fronte alla vostra avanzata?
‹‹A metà tragitto l’imperatore cinese ci inviò un messaggio: “Il nostro impero è vasto come il mare e il vostro come un pugno di sabbia, come faremo ad avere paura di voi?”››.
Come ha fatto a conquistare Pechino, che all’epoca era una città inespugnabile?
‹‹Assediai la città. Prima, però, costrinsi i prigionieri cinesi a schierarsi in prima linea e ordinai ai miei guerrieri di aggirare la muraglia cinese››.
Come fece a superare la grande muraglia cinese?
‹‹I cinesi misero chiodi di ferro lungo il sentiero per metterci in difficoltà. Ci mandarono dei mercenari, ma loro si unirono al nostro gruppo e insieme cominciammo a marciare. Purtroppo, però, c’era un altro problema: la muraglia era alta 12 m e lunga 30 km e con 900 torrette di guardia. Avevo addestrato i miei uomini ad attaccare veloci come il vento, ma dovevano imparare l’astuzia del lupo e cambiare strategia. Bloccammo i rifornimenti cinesi e imparammo a progettare armi indispensabili per un assedio. Feci indossare ai miei guerrieri delle camicie di seta, un tessuto che facilitava l’estrazione delle frecce penetrate nel corpo e rendeva meno profonde le ferite››.
Quando avete deciso di attaccare?
‹‹Appena ci siamo sentiti pronti. Abbiamo deciso che chi si fosse arreso sarebbe stato risparmiato, chi si fosse opposto, al contrario, sarebbe stato annientato››.
Quale fu l’ultimo ordine che diede ai suoi soldati?
‹‹Gli ordinai di compiere la profezia: DISTRUGGERE TUTTO››.
È vero che creò un impero stabile per il suo popolo nomade?
‹‹Sì, a Karakorum, che divenne una capitale permanente. Ormai il mio popolo era numeroso come gli alberi della foresta, volevo che si nutrisse di carne tenera, vivesse in belle tende e pascolasse i cavalli su terre fertili. Questo fu possibile grazie alla conoscenza importata dalla Cina, da loro appresi la tecnologia dell’esercito e formai un corpo medico. Ordinai ai miei seguaci di formare un registro di leggi››.
Come mai sul letto di morte ha dichiarato che la sua missione divina era rimasta incompiuta? Non riuscì a soddisfare la sua sete di conquista?
‹‹Pur avendo creato un impero vastissimo, non ero riuscito a CONQUISTARE IL MONDO. Quando nacqui, lo sciamano ebbe una visione, avevo una missione divina: impadronirmi di tutto il pianeta. Sul punto di morte dissi: “Ho conquistato per voi un grande impero, ma la mia vita è stata troppo breve per conquistare il mondo"››.
Classe 1^A
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