Era minuta e bassa di statura, con una folta criniera di capelli chiari e occhi azzurri. Questa è la descrizione della sacerdotessa Cassandra, figlia di Priamo e Ecuba, secondo Omero bella come "Afrodite d'oro". La principessa troiana vuole vivere a modo suo sin da piccola e la sua libertà è molto importante. Noi alunni della classe 2^A abbiamo avuto il privilegio di intervistarla.
Quando ha capito che la sua vita sarebbe stata diversa rispetto a quella delle sue coetanee?
Cassandra: ‹‹C’è stato un momento ben preciso. Da piccola mi ritrovai assieme a mio fratello Eleno sdraiata davanti al tempio di Apollo. Alcuni serpenti mi fecero da coperta quando, ad un certo punto, uno di essi mi leccò l’orecchio e così iniziarono le mie visioni. Avevo capito che non sarei stata una ragazza come tutte le altre››.
Quale rapporto aveva con i suoi genitori?
Cassandra: ‹‹Mia madre Ecuba mi chiamava “ovetto sgusciato”; mio padre Priamo, quando iniziai a prevedere il futuro, mi definì pazza, donna malata. Mi riabbracciarono, quando scoprirono che ero incinta di Noos. In quell’istante anche le visioni erano temporaneamente cessate. Il rapporto con loro, tra alti e bassi, è stato sicuramente burrascoso. Le persone che ti hanno messo al mondo, dovrebbero confortarti, sostenerti e amarti così come sei. A me questo non è successo››.
Com’è stato essere vittima di pregiudizi ed essere trattata come donna scomoda, sola ed emarginata?
Cassandra: ‹‹Essere al centro delle dicerie e delle malignità delle persone è stato un incubo che ho vissuto sulla mia pelle. Anche se sono stata maltrattata e messa all’angolo da tutti, persino dai miei familiari, ho trovato comunque la forza di rialzarmi e combattere››.
Ha scelto sempre di vivere a modo suo, nonostante le difficoltà innumerevoli che ha incontrato. Quanto valore ha per lei la libertà?
Cassandra: ‹‹Quello che agli occhi degli altri era una catastrofe, per me è sempre stato un dono. Non ho mai pensato che fosse giusto tacere e omettere la verità e sono stata costantemente al suo servizio. Il mio carattere non è dimesso. Ho scelto di mettere al primo posto la determinazione, l’onestà con me stessa e la mia vocazione, subendone consapevolmente le conseguenze. Avrei potuto vivere da principessa e invece ho rifiutato la via più semplice. Nessuno ha il diritto di metterti in una gabbia, nemmeno se dorata, né di plasmarti, negando la tua identità. Vi consiglio di essere voi stessi e di non aver paura di mostrare la vostra vera natura››.
Chi è stato per lei Enea e che cosa ha rappresentato?
Cassandra: ‹‹Per me incontrarlo ha significato conoscere il vero significato dell’amore, che è un sentimento puro, cristallino, reciproco, che si nutre di rispetto, di ascolto, di comprensione. Prima di Enea non avevo idea di cosa fosse, avevo subito violenza e prepotenze ma, nonostante ciò, mi sono fidata e ho imparato ad amare››.
Gli alunni di 2^A
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