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Perché questo blog

Noi giovani redattori dell'Istituto Catanoso- De Gasperi, ci rivolgiamo soprattutto agli studenti del nostro Istituto, ai docenti e agli altri operatori scolastici, ma anche a chiunque mostri curiosità per il mondo della scrittura. Il blog contiene i resoconti di tutte le iniziative della nostra scuola, le informazioni relative a tutte le manifestazioni a cui la scuola partecipa, le interviste alle persone che abbiamo conosciuto durante l'anno e che hanno condiviso con noi il loro tempo e la loro professionalità.  Schoolofblog. Buona lettura!

La redazione del Blog

ta. ga.

LE VOCI DEL MITO DI ITACA HOMECOMING




Lasciarsi incantare dalle parole di noti personaggi del mito e immergersi nelle loro emozionanti storie. Questa è l’esperienza vissuta lo scorso 7 novembre da tutte le classi seconde della Scuola Secondaria di Primo grado del nostro Istituto, protagoniste di un’uscita didattica al Castello Aragonese della nostra città, per assistere al reading "Itaca homecoming". L'autrice e l’interprete si chiama Katia Colica. I personaggi principali sono Scilla, Cariddi e Penelope, rappresentati ciascuno con un semplice cambiamento di indumenti per dar maggior importanza alle parole. Il simbolo di Scilla in scena è stato un soffice ed elegante scialle rosa; per Cariddi è stato scelto un gilet di jeans; per Penelope cappotto e gomitolo neri. Lo spettacolo è stato molto interessante. Abbiamo avuto la fortuna di partecipare anche perché la nostra scuola è partner del Festival "Balenando in Burrasca", che ha curato l’evento e ha come scopo quello di promuovere la lettura ad alta voce e ogni forma di narrazione.

Abbiamo analizzato per voi lettori le suggestive figure di "Itaca homecoming".

SCILLA, VITTIMA DI UN INCANTESIMO

Il padre Tifone ogni notte cantava una nenia, una per ogni rupe, una per ogni incubo, ma Scilla alla paura non ci pensava mai finché un giorno corse nel ventre del mare…


Scilla era una bellissima ninfa che trascorreva i suoi giorni nel mare giocando con le altre ninfe e rifiutava tutti i corteggiatori. Un giorno Glauco, figlio di Poseidone, si innamorò di lei e l’implorava di contraccambiarlo, ma lei poteva amare solo suo padre e il mare. Allora Glauco andò dalla Maga Circe, che era a sua volta infatuata di lui, e le chiese di fare un incantesimo. Circe, piena di invidia, ricorse alla magia, avvelenò l'acqua del mare e Scilla divenne un mostro con dodici piedi, sei teste e sei bocche, da cui uscivano tre file di denti e sei serpenti al posto delle dita. Attorno alla vita aveva appese teste di cane.

Il mostro si nascose in una grotta vicino al mare e, quando i marinai si avvicinavano a lei, li divorava. Aveva avuto in regalo una “vita già scritta”.


CARIDDI, MOSTRUOSA BELTA’ TRA LE ACQUE DELLO STRETTO

L’immagine di una bellissima ninfa, vorace e intraprendente, che sullo sfondo marino dello Stretto intreccia le vicissitudini della sua vita con toni forti e suggestivi tali da tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’epilogo. Questa è Cariddi, una naiade che, rubando a Eracle, viene trasformata in un orrendo mostro perennemente affamato, disprezzato da tutti e da nessuno mai amato.


La storia di Cariddi, figlia di Poseidone, dio dei mari, e Gea, dea della terra, è quella di una ninfa che amava vivere la sua vita nella spensieratezza della splendida terra siciliana. Impossibile non rimanere affascinati dal suo animo umile e gentile che la rendevano unica e speciale agli occhi della gente. Un imperdonabile difetto però la caratterizzava: la smania di rubare. Ciò le costò la più atroce delle torture che rimpianse per il resto della sua vita. Tutto ebbe inizio il giorno in cui Cariddi, a causa della sua ingordigia, andò a rubare a Eracle una mandria di buoi, mangiandoli senza indugio. L’eroe, tra l’incredulità e lo sgomento, trovò il modo di vendicarsi, raccontando direttamente a Zeus quanto accaduto.

La rabbia del padre degli dei non si fece attendere e fu tale da scagliarle addosso un fulmine. Chi era adesso Cariddi o meglio cos’era diventata? Un gorgo che ingoiava, con una voracità insaziabile capace di distruggere e annientare ogni nave che incrociava il suo cammino. Sorte spietata e crudele la sua, che purtroppo neanche suo padre era riuscito ad evitare. E ci volle molto tempo prima che lei stessa accettasse ciò che era: quel vortice che terrorizzava qualsiasi nave si trovasse a passare per lo Stretto di Messina. Ormai Cariddi era destinata ad essere per sempre quel mostro, la cui immagine riflessa nello specchio d’acqua non lasciava dubbi. Mangiare era diventato il suo unico scopo.


L'ATTESA DI PENELOPE

Cugina di Elena, rifiutata dal padre e salvata da Poseidone, è simbolo assoluto di fedeltà. Per più di un decennio combatte la sua guerra di sopravvivenza con cento pretendenti, che ogni giorno vogliono mettere le mani sui suoi averi, simili a giocatori d’azzardo. È lei la chiave per il regno di Itaca.


Penelope moglie di Ulisse, madre di Telemaco e regina di Itaca, aspetta il suo amore con pazienza per 20 anni ma è ostacolata dai Proci, arroganti pretendenti che vogliono sposarla solo per accaparrarsi la sua ricchezza, per avere il trono nelle loro mani. Lei assicura che avrebbe scelto il suo nuovo marito appena avesse finito di cucire il lenzuolo funebre. La notte, però, scioglieva ogni nodo per guadagnare tempo e il suo lavoro era tutto da rifare. Questo era il suo segreto, la sua magia. Rimandava tutto quanto, anche la sua felicità. La regina non aveva avuto un’infanzia facile, rifiutata dal suo stesso padre e gettata in mare, poiché lui voleva un maschio, aveva sempre vissuto come se fosse uno scarto della natura. Attese Ulisse con pazienza, lasciando col fiato sospeso i Proci. Vedendo che il suo sposo non ritornava, decise di affidare la scelta al destino con un’impresa quasi impossibile: avrebbe concesso la sua mano a colui che fosse stato in grado di far passare una freccia attraverso gli anelli di dodici asce. In realtà Ulisse era già approdato sull’isola, sotto le mentite spoglie di mendicante, chiedendo il permesso di provare a vincere la sfida (ovviamente non avrebbe sposato la regina ma avrebbe ottenuto in cambio delle armi). Lui alla fine ci riuscì e rivelò a tutti il suo vero volto. Uccise tutti i Proci per la loro infedeltà e prepotenza. Ulisse e Penelope si ritrovarono e vissero in pace.

2^D

P. S. Ringraziamo Marco Costantino per averci concesso le sue bellissime fotografie.

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