Leggere insieme apre le porte della fantasia. A noi è successo, lo scorso 13 novembre, nella sede centrale dell’Istituto “Catanoso - De Gasperi”, con la manifestazione “Letture erranti”. Abbiamo avuto il piacere di ascoltare tante storie grazie a Gianni Paone, Presidente dell’Associazione Terra di Mezzo e Patrizia Fulciniti, coordinatrice del progetto “Lettori Erranti - Valigie di libri, patrimoni di storie, docenti in cammino”. Gli alunni di 2^ C e 2^ D ci hanno raccontato, con la tecnica del kamishibai, una storia intitolata “I vicini rumorosi”. La protagonista era la signora Franca, che viveva in una casa vicino a una piazza. I vicini facevano tanto rumore: i musicisti cominciavano a suonare di prima mattina e gli studenti del doposcuola di un vecchio professore urlavano senza sosta e lanciavano aeroplanini. La signora aveva provato di tutto: chiudersi in stanza, serrare le finestre e persino nascondersi nell’armadio. Avvilita decise di dare a tutti un po' di soldi, sperando che traslocassero. Qualche tempo dopo notò che stavano portando via il pianoforte e chiese il motivo ai musicisti, i quali risposero che l’unica soluzione per suonare senza dare fastidio era trasferirsi. Franca allora li aiutò a trasportare il pianoforte… peccato che i vicini avevano avuto “un’occasione d’oro” e stavano semplicemente scambiandosi la casa. Le letture sono continuate con “La giacca stregata” di Dino Buzzati narrata dagli alunni di 3^A. Un uomo, durante un ricevimento a Milano, vide un tizio che risplendeva per la bellezza del suo abito. Gli chiese chi fosse il suo sarto e lui lo mandò da Alfonso Corticella. Un martedì arrivò la giacca nuova e gli stava da favola. Mettendo la mano nella tasca trovò un biglietto da 10 mila lire, ma pensava che il sarto avesse sbagliato. Frugò di nuovo e ne trovò un altro e ogni volta ne scovava ancora, tanto che pareva una miniera inesauribile. Quindi, prese un vecchio baule e depositò il bottino, 58 milioni di lire abbondanti. Non capiva se era felice o triste. Finché scoprì dai giornali di una rapina, durante la quale era stata rubata la stessa somma che aveva custodito. Una serie di strane coincidenze insospettì il protagonista. Al sarto chiese il conto ma non rispose perché era all’estero. Una vecchia signora morì asfissiata perché non ritrovò 30 mila lire riscosse il giorno prima. Per porre fine alle sciagure bisognava sbarazzarsi della giacca. Quando lo fece, però, i soldi sul conto sparirono. Patrizia e Gianni, in seguito, ci hanno raccontato “I topi” di Buzzati. Cosa stava accadendo alla famiglia Corio? A svelarlo è un ospite che ogni anno era invitato nella loro casa di campagna e aveva iniziato a ricordare che stavano succedendo cose strane. La villa era infestata dai topi e nei dintorni gironzolavano dei gatti che, secondo il padrone, erano stupidi perché avevano paura dei roditori, che intanto si moltiplicavano. Una notte la coppia sentì dei rumori e vide che i gatti erano scomparsi e che sul pavimento c’era sangue. I topi avevano mangiato i gatti fino a prendere in schiavitù la casa e i suoi abitanti. L’ultima storia è stata “Giovannin senza paura” di Italo Calvino. C’era una volta un ragazzo che non temeva nulla e si recò in una locanda per chiedere ospitalità. Gli dissero che l’avrebbero lasciato in un palazzo da solo e che a mezzanotte sarebbe avvenuto qualcosa. Come promesso, infatti, da un camino uscì una voce che continuava a chiedere: «Butto?» e precipitavano braccia, gambe e infine anche una testa e un corpo. Tutte le parti si ricomposero e apparve un uomo gigante. I due scesero nel sotterraneo, in cui erano presenti luccicanti monete d’oro. Qui Giovannin fu intrappolato in modo da far credere a tutti che fosse morto. Poi l’uomo iniziò a staccarsi le varie parti del corpo e posò la testa a terra. Improvvisamente partì una strana musica: era quella funeraria! Il ragazzo però era vivo e osservò tutto dalla finestra. Per un po’ visse felice e ricco nel palazzo, finché un giorno si voltò di scatto e vide una cosa che lo spaventò: la sua ombra. Giovannin morì di crepacuore e di lui non si seppe più nulla.
“Letture erranti” è stata per noi un’esperienza importante per ricordare, come ha detto il Dirigente scolastico Marco Geria, che « la lettura è una cosa importantissima, anche se noi molte volte preferiamo o siamo distratti da altro, come il telefonino o il computer».
Antonio, Cristian, Noemi, 1^ D
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