NOTTI PRIMA DEGLI ESAMI #140
- ta. ga.
- 5 giu
- Tempo di lettura: 2 min

La notte prima degli esami è un momento speciale, quasi magico. C’è tensione, certo, ma anche un pizzico di malinconia. È come trovarsi su un ponte sospeso tra due mondi: da una parte la fine di un lungo viaggio, dall’altra l’inizio di uno completamente nuovo.
E mentre ripasso gli ultimi appunti e cerco di calmare l’ansia, la mente mi porta indietro, ai miei tre anni di scuola media. Tre anni possono sembrare pochi, ma per me sono stati un vero e proprio capitolo della vita. Ricordo perfettamente il primo giorno di prima media: avevo paura, non conoscevo nessuno, e mi sentivo piccolo in un mondo troppo grande. Poi, piano, piano, tutto è cambiato. Ho conosciuto nuovi compagni, stretto amicizie che spero dureranno a lungo e ho iniziato a sentirmi parte di qualcosa.
Il secondo anno è stato forse il più bello. Ormai conoscevo bene i professori, i compagni, gli orari e mi sentivo più sicuro. Con alcuni amici avevamo formato un gruppo affiatato, ridevamo per tutto e ci aiutavamo a vicenda. Ci sono stati momenti divertenti, come le battute in classe, le uscite didattiche e persino i compiti di gruppo, che spesso diventavano una scusa per stare insieme e mangiare merendine. Ma ci sono stati anche momenti difficili: qualche litigio, qualche brutto voto, qualche delusione. Però tutto serviva a crescere.
Il terzo anno è stato il più intenso. Sapevamo che sarebbe stato l’ultimo, e forse per questo abbiamo cercato di viverlo al massimo. Abbiamo iniziato a parlare degli esami e della scuola superiore e dentro di me è cresciuto un misto di entusiasmo e nostalgia.
Gli insegnanti ci guardavano con occhi diversi, più fieri, più affettuosi. Anche loro sapevano che presto avremmo spiccato il volo. E ora eccomi qui, la notte prima degli esami, con la testa piena di formule, regole grammaticali e nozioni di storia, ma soprattutto con il cuore pieno di ricordi. Quei tre anni non sono stati perfetti, ma sono stati miei. Mi hanno aiutato a diventare chi sono oggi. Mi hanno insegnato a sbagliare, a rialzarmi, a credere in me stesso. Domani ci saranno le prove scritte, poi gli orali, poi l’addio. Ma stasera voglio solo ringraziare quei tre anni, le persone che ne hanno fatto parte e me stesso per averli vissuti fino in fondo. Perché la scuola media non è solo studio, è vita. E quella vita resterà sempre con me, anche quando le luci si spegneranno e il sipario si chiuderà.
Umberto, 3^D
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