NOTTI PRIMA DEGLI ESAMI #141
- ta. ga.
- 5 giu
- Tempo di lettura: 2 min

È arrivata. La notte che per mesi ho aspettato, immaginato, forse anche temuto.
La notte prima degli esami. Non è solo il passaggio da un anno all’altro. È la fine di un capitolo importante della mia vita. Tre anni fa ero una bambina impaurita, con lo zaino più grande di me e mille domande nel cuore. Oggi mi guardo allo specchio e vedo una persona diversa. Cresciuta. Cambiata. Più consapevole. Tre anni. Sembravano infiniti, ma adesso li riguardo e mi sembrano volati. Dentro ci sono momenti difficili, ma anche infiniti sorrisi. Le verifiche a sorpresa, i “non sono pronta” sussurrati sottovoce. Ma anche le risate soffocate in classe, gli sguardi complici, le piccole cose che, senza accorgermene, sono diventate ricordi indelebili.
E poi ci sono loro, i professori, chi ci ha spiegato mille volte la stessa cosa, chi ci ha ascoltato, chi ci ha rimproverato. E oggi lo so: ogni rimprovero era un modo per farci crescere. Un modo per dirci: “Io ci tengo a te”. Un grazie speciale va al professore Fortugno, il nostro coordinatore. Non è stato solo un insegnante, è stato una guida. A volte severo, sì, ma con il cuore grande. Ci ha preso per mano, ci ha accompagnati, ci ha anche sgridati… ma sempre con l’intenzione di renderci migliori. E ci è riuscito. Perché dietro ogni richiamo c’era attenzione, dietro ogni regola c’era rispetto. Ci ha fatto sentire importanti. E io non lo dimenticherò mai.
E poi ci sono i miei compagni. Quelli con cui ho diviso tutto. Dai banchi alle merende, dalle lacrime alle risate. Non eravamo perfetti, ma eravamo insieme. E questo basta.
E un grazie speciale va a Martina. In questi tre anni è stata il mio punto fermo, il mio sostegno silenzioso, la persona che c’era sempre, anche quando non chiedevo aiuto.
Un’amica vera. Una presenza che porterò nel cuore.
“Siamo cresciuti in fretta e insieme abbiamo fatto tanta strada.”
E anche se domani ci aspettano gli esami, stasera ho solo una parola da dire: grazie.
Grazie a chi ha creduto in me.
A chi mi ha guidata.
A chi ha camminato al mio fianco.
E grazie a me stessa, per essere arrivata fin qui.
Perché sì, “questa notte è ancora nostra”. E sarà mia per sempre.
Domenica, 3^F
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