Proseguono i consigli di lettura degli alunni del nostro Istituto e la nostra Biblioteca funziona a pieno regime! Antonella vuole condividere con noi la sua opinione: «I libri sono emozioni di carta che ci fanno ammirare la bellezza del cosmo».
Oggi vi racconterò del libro che ho preso in prestito dalla nostra biblioteca scolastica e che ho divorato in pochissimi giorni: “Un posto sicuro” di Kathy Kacer. Narra una storia vera, la deportazione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Edith Schwalb, la protagonista, cambia quasi ogni mese posto in cui fermarsi con la famiglia per non essere catturata dalla Gestapo e deportata nei “maledetti” campi di concentramento. Un giorno Papa, il padre di Edith, Therese e Gaston, decise che sarebbe stato prudente dividersi per non fare insospettire qualcuno. Mutti, la madre, in un primo momento si rifiutò ma, dato che era l'unica possibilità, dovette accettare. Appena preparate le valigie, riconobbero Papa, che era un calciatore e lo presero per fargli alcune domande, ma si trattava solo di una scusa. Mutti se ne rese conto troppo tardi e, prima che riuscisse a fermarli, lo portarono via. Lei cercava di far liberare il marito, usciva ogni giorno di prima mattina e lasciava l’incarico a Therese, la sorella maggiore, di prendersi cura dei suoi fratelli. Una mattina la moglie scoprì che Papa era finito nei campi di concentramento e decise che Gaston ed Edith sarebbero dovuti andare in un istituto, a Moissac, lei e Therese nelle dimore di contadini. Edith si ribellò ma, quando capì la gravità della situazione, le diede ascolto. La casa a Moissac era molto accogliente, i due fratelli si sentirono subito a loro agio, pur essendo molto tristi perché distanti dalla famiglia. Gaston aveva appena un anno ed Edith era molto timida, non conosceva nessuno. Dopo un po' di tempo si avvicinò una ragazzina di nome Sarah e l'aiutò a fare amicizia con tutti. Il luogo in cui si trovavano era sicuro, il venerdì sera c’erano delle grandi feste e la protagonista aveva trovato anche un amico, Eric, più grande di lei, cui raccontava i suoi sogni. All'improvviso li avvertirono che sarebbero arrivati i nazisti. Misero in atto un piano. I grandi, come Eric, sarebbero rimasti in istituto assieme ai più piccini. I ragazzi dagli otto ai tredici anni, invece, si sarebbero nascosti in un bosco. Scampato il pericolo, si ritrovarono tutti insieme. Qualche giorno dopo Mutti andò a fare visita a Edith e Gaston, li abbracciò calorosamente e gli comunicò che avrebbero dovuto cambiare ancora nascondiglio. Edith fu costretta a cambiare identità, si chiamò Edith Servant, Sara e Gaston dovevano stare con lei. Nel nuovo rifugio non c’era molto cibo, era sporco, non si studiava, si puliva e basta, i responsabili ignoravano tutti. Ben presto furono obbligati a spostarsi di nuovo. Dopo un mese la guerra finì e Gaston, Therese, Mutti ed Edith si ritrovarono… mancava solo Papa, che tutti aspettavano impazienti, ma la loro felicità svanì quando il postino gli riferì che era morto proprio il giorno della Liberazione. Allora Edith decise di lavorare per tanti bambini e ritornò nel primo Istituto che l’aveva ospitata. La madre accettò la sua scelta e andava sempre a farle visita, dimostrandole quanto le volesse bene. Questo libro mi è davvero piaciuto e mi ha insegnato che bisogna sempre sperare, credere nei propri desideri e non arrendersi mai, come ha fatto Edith. I libri sono emozioni di carta che ci fanno ammirare la bellezza del cosmo. Non smettiamo mai di leggere!
Antonella, 2^A
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