I libri sono fedeli compagni, fari che ci guidano e ci illuminano lungo il faticoso percorso di crescita. Lo sa bene Antonella, che ha imparato una lezione di vita attraverso le pagine di "Niente paura, Phil!". Contattaci per avere in prestito uno dei libri della biblioteca scolastica del nostro Istituto. Magari nascerà anche in te il desiderio di condividere un Consiglio di lettura, partecipando alla nostra rubrica.
Il libro di Isabella Grandesso “Niente paura, Phil!” parla di un ragazzino di undici anni, vittima delle prepotenze di Marc, un bullo che adora prenderlo in giro ed è un idolo per tutti i suoi amici. Una storia di torture e soprusi che durò per molto tempo, finché il povero Phil non lo sopportò più. A segnare la svolta fu l’ennesima e ultima bravata: Marc aveva distrutto il modellino di elettronica che aveva preparato con tanto amore. Allora il ragazzo si recò in biblioteca per parlarne con il bibliotecario Back, suo migliore amico, il quale gli consigliò di trovare un libro basato sulle tecniche di difesa personale e strategie di evitamento. I due si recarono in una specie di cantina molto buia, piena di brutti odori, il signor Back lasciò da solo Phil, che era molto spaventato e preoccupato. Il tempo passava e si sedette su uno sgabello, era tutto silenzioso e non sembrava accadere nulla, quando all’improvviso quel libro gli cadde sulla testa e dal suo interno uscì uno strano soggetto: Dunat, un troll trombettiere con pelle verdastra, cappelli giallini, i piedi ricoperti di muschio, una maglietta arancione, una tromba legata alla vita. Il ragazzo rimase scioccato, impaurito, tremante, non capiva come fosse arrivato accanto a lui. Ma tutto procedeva secondo i piani. Dunat, infatti, aveva un compito: accompagnarlo al castello dei misteri nascosti, lì dove tutte le sue paure sarebbero dovute svanire. Si addentrarono per prima cosa in un grandissimo bosco, Phil era stato etichettato come appartenente alla categoria dei fifoni. A un certo punto dei grandissimi occhi lo fissarono, uno struzzo lo beccò sulla testa e Dunat emise un fortissimo suono con la sua tromba, era il suo modo di salutare. Continuarono il cammino per arrivare alla meta e incontrarono delle mosche mannare, la loro caratteristica era che ogni persona che riuscivano a pungere veniva trasformata automaticamente in una creatura mannara per poi nutrirsi di carne fresca. Dunat per fortuna le distrusse, quindi fu il turno delle api, dovevano assolutamente attirare la loro attenzione. Per raggiungere il loro scopo Phil e il suo aiutante andarono a caccia di una rosa, ma Nocetta, un’anziana elfa, non voleva che il ragazzo prendesse il fiore, fino a quando non scoprì che si trattava di un amico di Back e allora lo lasciò libero, senza rinchiuderlo in prigione per aver staccato l’amata rosa. Nel frattempo avevano ricevuto una chiave Dragone molto inquietante. Lungo il tragitto s’imbatterono anche nei nanelfi che li prendevano in giro, Dunat non si faceva insultare, ghignò tanto forte da farli pentire, inoltre rivelarono che avrebbero dovuto attraversare la foresta del buio profondo per arrivare al castello dei misteri nascosti e che laggiù avrebbero trovato Nerios, custode dell’elisir dell’invisibilità. Prima, però, incrociarono una fata elmica che ordinò di fare una gara e di scrivere qualcosa per vincere un concorso. Phil raccontò la sua storia e in cambio ottenne la parola chiave, lettere magiche che avrebbe pronunciato appena arrivato al castello. Subito dopo prese la chiave, al drago risultò simpatico, gli fece passare le sue paure e ritornò nel suo mondo.
Questo libro m’insegna molto, perché il bullismo è una cosa seria, i comportamenti prepotenti, le parole pesanti fanno davvero male al cuore, ma l’aspetto più brutto è l’indifferenza dei buoni. Oggi il mondo è pieno di ragazzi e ragazze che sono vittime di bullismo, aiutiamoli e cerchiamo di cancellare questa terribile parola e le sue malefatte.
Antonella, 3^A
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