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Perché questo blog

Noi giovani redattori dell'Istituto Catanoso- De Gasperi, ci rivolgiamo soprattutto agli studenti del nostro Istituto, ai docenti e agli altri operatori scolastici, ma anche a chiunque mostri curiosità per il mondo della scrittura. Il blog contiene i resoconti di tutte le iniziative della nostra scuola, le informazioni relative a tutte le manifestazioni a cui la scuola partecipa, le interviste alle persone che abbiamo conosciuto durante l'anno e che hanno condiviso con noi il loro tempo e la loro professionalità.  Schoolofblog. Buona lettura!

La redazione del Blog

IL MARC A SCUOLA - INCONTRO CON DANIELA COSTANZO

Aggiornamento: 13 giu 2018

N.B. Anche in questo post è nascosto un refuso. Trovalo e segnalalo seguendo le istruzioni contenute qui: https://schoolofblog.wixsite.com/schoolofblog/benvenuti/caccia-al-refuso


Qualche settimana fa abbiamo invitato la dottoressa Daniela Costanzo, funzionaria archeologa del Museo Archeologico di Reggio Calabria (MARC), a incontrare le classi prime del nostro istituto. I temi principali della nostra chiacchierata sono stati due: cosa sono i reperti archeologici e a chi appartengono; cos’è un museo e come funziona.

L’incontro è stato molto coinvolgente e ci ha preparato alla visita al museo, di cui racconteremo dettagliatamente nel blog molto presto.

Per reperto archeologico si intende qualsiasi oggetto o testimonianza materiale del passato. Non si tratta solo di oggetti preziosi e esteticamente belli: anche un piccolissimo frammento di ceramica, all’apparenza insignificante, può fornire dati utili sulle società del passato!

Tutto ciò che proviene dal sottosuolo appartiene allo stato, cioè a tutti noi.

Trovare accidentalmente un reperto archeologico non è raro: l’acqua, il vento, le attività umane, o piccoli animali possono portare in superficie materiali che si trovano nel sottosuolo anche da molto tempo. Per esempio può capitare di trovare reperti in superficie in prossimità di aree archeologiche, in campagna, oppure in spiaggia. In questo caso è bene non rimuovere l’oggetto, ma documentare con una fotografia (e se è possibile con un posizionamento satellitare, anche tramite uno smartphone) e segnalarne la presenza al più presto, e comunque entro 24 ore, alla Soprintendenza archeologica, al Sindaco del comune o ai Carabinieri. Solo in casi straordinari, cioè se in “pericolo”, il reperto può essere rimosso. In questo caso la persona che lo rimuove ne diviene il temporaneo custode, ma non deve in nessun caso cercare di pulirlo, per non rischiare di danneggiarlo. Anche in questo modo, si deve segnalare il ritrovamento entro 24 ore.

Un museo è una struttura permanente, cioè che rimane nel tempo, aperta al pubblico. Vi sono esposti materiali che sono stati prodotti da civiltà del passato. Ma le funzioni del museo non sono solo di tipo espositivo. Secondo la definizione dell’ICOM (International Council of Museums) “il museo effettua ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e le espone per scopi di studio, istruzione e diletto”. Un museo è quindi una forma di comunicazione tra il suo pubblico e il passato.

Durante le nostre lezioni sullo scavo archeologico (di cui vi parleremo in un altro post) abbiamo capito come vengono recuperati i reperti, ma cosa succede una volta che i materiali arrivano in un museo e sono scelti per l’esposizione? Per prima cosa non tutti i reperti provenienti dagli scavi sono esposti, ma la maggior parte è solo custodita in ambienti adatti. Inoltre non tutti i reperti provengono da scavi: alcuni sono giunti ai musei come collezioni private; altri sono stati sequestrati dalle forze dell’ordine a privati perché detenuti illecitamente. Tutti i reperti però vengono inventariati (hanno cioè un numero ufficiale di riconoscimento) e catalogati (cioè descritti minuziosamente in un elenco). A questo punto alcuni materiali faranno parte dell’esposizione permanente del museo, cioè saranno sempre visibili al pubblico. Altri invece confluiranno nelle mostre temporanee, esposizioni limitate nel tempo, su un tema specifico.

La dottoressa Costanzo è venuta a incontrarci per parlarci di tutela e vialorizzazione dei beni culturali, ma anche del suo percorso di formazione per diventare archeologa e di come è arrivata a ricoprire il suo ruolo al MARC. Per diventare archeologi ci si deve laureare in Storia e Conservazione dei Beni Culturali, Archeologia o Lettere con indirizzo archeologico; poi bisogna frequentare una Scuola di Specializzazione in Archeologia, che adesso dura due anni. Alcuni archeologi conseguono anche il dottorato di ricerca, che è un percorso universitario triennale post laurea. Per esempio Daniela Costanzo ha conseguito un dottorato alla Ecole pratique des hautes études di Parigi, con una tesi di archeologia funeraria, cioè che riguarda lo studio delle necropoli antiche.

Davide 2^B

Zaira, Abdoul e Daniel 1^C



Foto di Pietro Valenti

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