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Perché questo blog

Noi giovani redattori dell'Istituto Catanoso- De Gasperi, ci rivolgiamo soprattutto agli studenti del nostro Istituto, ai docenti e agli altri operatori scolastici, ma anche a chiunque mostri curiosità per il mondo della scrittura. Il blog contiene i resoconti di tutte le iniziative della nostra scuola, le informazioni relative a tutte le manifestazioni a cui la scuola partecipa, le interviste alle persone che abbiamo conosciuto durante l'anno e che hanno condiviso con noi il loro tempo e la loro professionalità.  Schoolofblog. Buona lettura!

La redazione del Blog

ta. ga.

NOTTI PRIMA DEGLI ESAMI#2



Questi tre anni della mia vita sembra siano volati in un batter d’occhio. Se penso a quando sono arrivata in questa scuola, il primo aneddoto che mi viene in mente è la grande paura che m’incuteva il prof. Angelo Ferraro perché mi era apparso severo. Avrei capito ben presto che non era così. Non nutrivo paure particolari. Assieme a me c’erano alcuni compagni della Scuola Primaria e quindi mi sembrava più semplice affrontare le novità della Scuola media. In effetti, avere vicini i compagni che già conoscevo mi ha di certo aiutato, ma ero felice di fare nuove amicizie, di potermi confrontare con altre persone in un ambiente mai esplorato. Questi tre anni mi hanno cambiato. Mi accorgo che adesso sono più sicura di me, capace di affrontare le situazioni che mi si presentano con maggiore consapevolezza di ciò che sono e di ciò che sento. Se immagino me tra un anno, in un nuovo contesto scolastico, con altre persone al mio fianco, provo già adesso sentimenti di nostalgia. Mi mancheranno i compagni che hanno scelto altre scuole o che non condivideranno il mio stesso percorso alle superiori. Se penso alla spensieratezza che mi hanno regalato in questi tre anni, sento che nessuno mi potrà mai dare la stessa sensazione. Quando in classe sembriamo turbolenti, in realtà in quei momenti esce fuori il nostro essere bambini, genuini, spontanei: so che per chi deve fare lezione questo è un problema, ma non riesco a concepire il pensiero che domani quel divertimento innocente non potrà esserci. Mi sono legata molto ai miei compagni. A tutti. Da ognuno di loro ho ricevuto qualcosa di diverso: non faccio un elenco di nomi. Dico solo che ho trovato compagni che mi hanno regalato risate indimenticabili, per la loro purezza nell’essere davvero come sono, senza mai far finta. E poi c’è chi, come una cara compagna, mi ha manifestato un affetto protettivo, quasi come quello di una mamma, prende le mie parti, in ogni situazione e riesce a farmi capire quando sbaglio per la mia testardaggine. E ci sono compagni sui quali so che potrò contare sempre, senza mai avere dubbi. Uno in particolare, con me da sempre. So che se mai dovessi aver bisogno di lui, sarebbe davvero un vero fratello. Come, del resto, anch’io per lui. Ma non posso fare classifiche. Voglio bene a queste persone come se fossero la mia seconda famiglia. Infine, ho la mia migliore amica. La prima della mia vita. La prima con la quale, nonostante i litigi, il rapporto non è mai cambiato perché è vero, perché ci accettiamo davvero per come siamo, senza voler cambiare nulla dell’altra, anche quando qualcosa non ci piace. Dissapori, come già ho scritto, ci sono stati ma, alla fine, nessuno di questi ha portato a rompere totalmente i rapporti. E questo perché sappiamo che si può litigare, perché siamo tutti diversi, ma alla fine la cosa che ci tiene insieme è il bene vero reciproco. In questo percorso ogni cosa fatta è stata una piccola gioia. Nel mio album dei ricordi ci sono cose difficili anche da raccontare: alcune estreme, che ci sono costate anche qualche nota o rimprovero. Ma se penso allo spirito con cui noi ci siamo stati vicini, nelle vicende belle e brutte che sono successe, non posso vederle come cose negative. Una delle esperienze che più mi ha fatto crescere è stata l’orchestra scolastica: l’emozione di suonare insieme, di mettersi di fronte al pubblico, di sbagliare una nota per poi correggerla, mi ha reso più forte. Ho provato ansia, felicità, stupore, emozione. Il ricordo più bello è certamente il Concerto per la legalità al teatro Cilea di Reggio Calabria. Guardare tutte quelle persone, con gli occhi puntati su di noi, battere le mani felici, grazie alla nostra musica, mi ha fatto provare incredulità. Per la prima volta ho sentito che potevamo, insieme con gli altri, suscitare grandi emozioni attraverso le nostre capacità. Non ho paura del cambiamento: l’idea di iniziare un nuovo capitolo mi riempie di felicità, curiosità, attesa. Voglio fare nuove esperienze e mettermi alla prova. Questo non è in contraddizione con i sentimenti verso i miei compagni di adesso e tutte le persone che ci hanno accompagnato: professori, collaboratori scolastici, il caro Dirigente che ci vuole bene anche quando lo facciamo impazzire (attraverso i docenti). Proprio loro, i nostri professori. Se mi metto nei loro panni, credo che abbiano avuto una pazienza sconfinata per tutto quello che hanno visto, sentito e sopportato. Eppure, anche nelle note, nei rimproveri, nelle ire funeste di ognuno di loro, ci siamo sentiti tutti davvero amati. Questo non so se ci capiterà ancora. Lo spero. Ma so che sarà difficile trovare quella disponibilità che ci hanno dato i nostri docenti, che hanno sempre provato a capire sul serio chi eravamo e come aiutarci. Ci hanno fatto anche ridere, sono stati complici, di marachelle e piccoli stratagemmi per scampare a un brutto voto o per incontrare “alunni delle altre classi”.

Come posso dimenticare tutto questo?

Giorgia A., 3^A


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