È una strana notte quella prima degli esami. Una notte di lacrime e preghiere. Notte di ansia, in cui ci domanderemo se andrà tutto bene, se saremo in grado di rispondere a tutte le domande che ci faranno, saremo presi dalla paura che ormai niente è più scontato ma anche dalla gioia per Il futuro che ci attende.
È il momento in cui ci chiederemo come supereremo la prima sfida della nostra vita.
È anche la notte dell'attesa perché, dopo gli esami, non vi sarà nulla come prima, si dovrà camminare da soli senza l'appoggio del compagno di banco con cui si sono condivise gioie, paure e confidenze sincere e senza le pareti di una classe a difenderci l'uno con l'altro e forse più nessuna campanella susciterà in noi un senso di libertà.
Un ciclo della nostra vita si completa e ci attendono molti altri ostacoli da superare. Poco importa come la passeremo, magari tra i libri cercando di fermare nella memoria tutti i dati possibili e per la prima volta ci renderemo conto che il tempo scorre troppo veloce e ci rimprovereremo di non aver studiato di più. Un grande grazie va soprattutto a tutti professori, i veri punti di riferimento che ci hanno aiutato a crescere e a imparare a credere in noi stessi. Un ringraziamento speciale va alla Professoressa Polimeni che ci ha coperto e ci ha aiutato in moltissime situazioni, anche quando non lo meritavamo, alla professoressa Vitetta ci ha fatto da mamma per tre anni interi, senza mai stancarsi di noi. E poi la professoressa Costantino, anche se l'abbiamo fatta esaurire, la ringraziamo per la pazienza che ha avuto e per come ci ha trattate. Grazie alla professoressa Russo che ci ha sostenuti in qualsiasi circostanza, alla professoressa Buonsanti che ci ha aiutato, fin troppo, in inglese e per finire al professore Scafidi, anzi lo Zio di tutta la scuola, per averci supportato tutto l'anno senza mai stancarsi. Voglio far capire che quei banchi non rappresentavano solo una semplice scuola ma anche una parte della nostra casa. In tre anni non abbiamo passato solo cose belle, perché quelle brutte ci sono state ma ci sono servite per crescere e migliorare. Terminiamo questo percorso lasciando un po’ di noi nella scuola, senza rimpiangere nulla e vogliamo conservare tutti i nostri ricordi con forza tra le nostre braccia.
Aurora e Giada, 3^A
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